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Settore Università, Documenti - Considerazioni sulla riforma universitaria (di Andrea Morbelli)

L’anno accademico non è ancora iniziato e già stanno emergendo in tutti gli atenei d’Italia i problemi di attuazione della nuova struttura didattica voluta dalla riforma universitaria, problemi che gli Studenti per le Libertà hanno da sempre portato all’oggetto dei tavoli di consultazione del ministero e negli organi collegiali di tutti gli atenei.

Gli studenti per le Libertà hanno sempre approvato gli obiettivi che questa riforma si è prefissata. L’Italia ha stipulato accordi internazionali dal 1999 riguardo l’equiparazione europea dei titoli di studio universitari: è dunque inevitabile l’immissione dell’architettura modulistica dei corsi e del sistema dei crediti. Ma oltre al carattere internazionale di questa riforma, il nuovo sistema universitario si prefigge di abbattere i tempi di laurea medi e di rendere il titolo di studi effettivamente spendibile sul mercato del lavoro. Se dunque gli obiettivi sono più che condivisibili, non sempre gli strumenti attraverso i quali si dovrebbero raggiungere sono i più adatti.

Un’università funzionale, che soddisfi le aspettative culturali del mondo studentesco, ha bisogno di un percorso formativo differenziato tra le varie aree, tale da soddisfare le necessità delle diverse discipline. La divisione tra laurea triennale e il susseguente biennio specialistico, prevista dalla riforma universitaria, non è congeniale a tutti i settori. In qualche caso porterebbe soltanto a un prolungamento della durata del corso degli studi, il che è l’esatto opposto di uno dei principi ispiratori della riforma. E’ per questo che gli Studenti per le Libertà hanno richiesto la possibilità delle facoltà umanistiche di  mantenere un sistema quadriennale degli studi, con un unico titolo di studi.

Un altro fondamentale aspetto della riforma universitaria è l’autonomia degli atenei: un concetto certamente condivisibile ma sbagliato per come è stato delineato dalla riforma. Secondo il nuovo sistema, l’autonomia didattica si traduce in una libertà di scelta iniziale dei singoli atenei alla quale segue un rigido controllo centralistico da parte del ministero. Per gli Studenti per le Libertà l’autonomia doveva prevedere regole certe e precise sulle scelte didattiche iniziali da parte del potere centrale, ma successivamente una totale libertà di scelta di attuazione dei singoli atenei, che dovevano in questo modo soddisfare le peculiari esigenze dovute al territorio, alla tradizione, alle richieste formative degli studenti. Inoltre la certezza delle regole di principio non avrebbe permesso che la suddivisione in crediti dei singoli corsi diventasse una squallida lotta interna al mondo accademico per chi contasse di più.

Bisogna inoltre mettere l’accento su alcune questioni di ordine pratico che tutti gli studenti stanno affrontando in questi giorni.

Il problema che pervade in tutti gli atenei è la scarsa informazione riguardo al nuovo sistema. In tutte le università il dibattito riguardo alla riforma è rimasto confinato agli “addetti ai lavori” nei consigli di Facoltà, nei Senati Accademici, comunque al di fuori della portata di tutti. Il corpo studentesco ha  recepito informazioni determinanti (come la possibilità di passare da vecchio a nuovo ordinamento, la validità del vecchio e del nuovo titolo di studio, la posizione degli ordini professionali, l’accesso al biennio e al triennio) solo tramite passaparola, e in questo modo si sono diffuse spesso paure ingiustificate come l’equiparazione della vecchia laurea alla nuova triennale: falso storico diffuso dagli studenti di sinistra come pretesto per poter occupare le facoltà.

Gli studenti per le Libertà si stanno battendo in tutti gli atenei affinché venga rispettato un principio fondamentale della riforma: la libertà di scelta degli studenti già immatricolati tra il vecchio e il nuovo ordinamento. Abbiamo infatti constatato che in molti atenei i professori tendono a costringere gli studenti a iscriversi al nuovo ordinamento, così da non dover fare un lavoro differenziato. In moti altri atenei al contrario non è ancora stato chiarito come equiparare in crediti  il lavoro svolto negli anni precedenti.

Per concludere, gli Studenti per le Libertà stanno da sempre lavorando affinché questa riforma rispecchi le esigenze formative degli studenti e riporti la figura dello studente come principale protagonista della vita accademica.

 


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