Anzitutto vogliamo far sapere il modo in cui noi, giovani di
Forza Italia, analizziamo la 'questione generazionale'. Ognuno
di noi sa bene che essere un giovane nell'Italia del Duemila
significa:
- Nascere con un debito pubblico di 40 milioni di lire,
contratto sulle nostre spalle dalle vecchie generazioni e
dalla vecchia politica;
- Entrare in un sistema scolastico statalizzato e non
libero, molto più attento alle esigenze del personale che non
a quelle degli studenti;
- Formarsi in un ambiente universitario costoso,
burocratizzato, distante del mondo del lavoro e per nulla
competitivo con quello degli altri paesi europei;
- Pagare una tassa in natura sacrificando 10 mesi di vita
per un servizio militare o civile del quale nessuno (a partire
dal Ministro della Difesa) sa spiegarsi l'utilità;
- Avvicinarsi ad un mondo del lavoro costruito con regole
rigide, che chiude in faccia ai giovani le porte del mercato
per tutelare quelli che un lavoro ce l'hanno già;
- Dover lavorare il doppio degli anni guadagnando la metà
delle generazioni precedenti, per colpa di un sistema
pensionistico fallimentare che obbliga i lavoratori attivi a
mantenere i pensionati;
- Avere la consapevolezza di vivere in una società chiusa,
che penalizza le opportunità (e quindi noi giovani)
privilegiando le protezioni (e quindi tutti gli altri).
Alla luce di questi presupposti, la nostra gioventù
potrebbe apparire come una sorta di malattia che soltanto il
tempo è in grado di curare. Inoltre la consapevolezza di
questa situazione costituisce la grande differenza tra chi si
impegna nella tutela e nella rappresentanza delle grandi
corporazioni di privilegiati (baroni universitari,
sindacalisti, magistrati, ecc.) e chi, animato dalla volontà
di riformare, sa girare lo sguardo altrove, verso coloro i
quali si sentono spesso così distanti dalla politica da
ritenere inutile perfino andare a votare.
Il nostro impegno vuole essere una mano tesa verso queste
persone, verso i giovani che dalla politica non si aspettano
più nulla, ma che hanno dalla loro parte la voglia di
formarsi, di accedere alle nuove tecnologie, di produrre idee
vincenti e soluzioni concrete.
Un paese che non sia in grado di valorizzare i propri
giovani è un paese che ha difronte a sé più passato che
futuro: questo è il nostro messaggio e anche la nostra
scommessa.
E tu che ne pensi?
Buon viaggio nel nostro sito!
Simone Baldelli
Coordinatore nazionale
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