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Parliamone - Articolo di Simone Baldelli

Cos'è davvero il conflitto di interessi?
Pubblicato da L'Opinione, 20 febbraio 2001

Presumiamo che ci si trovi di fronte ad un conflitto di interessi ogni qualvolta esponenti del governo si trovino ad agire su materie legate direttamente o indirettamente ai loro particolari interessi.

Premessa la manifesta volontà di Berlusconi di risolvere in modo chiaro e lineare il suo 'caso', facendo presentare, in avvio di legislatura, una proposta di legge sul tema, e premessa anche la maturità istituzionale dello stesso Berlusconi di dichiararsi ancora oggi disponibile ad un confronto onesto e sereno sul campo, ci pare utile, invece, affrontare un altro 'caso' di conflitto, meno manifesto, ma relativo ai membri del governo della sinistra.

La nostra tesi è che per chi governa senza il consenso si configuri un chiaro conflitto di interessi, forse meno evidente, ma non certo da sottovalutare.

E' credibile, infatti, che ciascun membro di questo governo, e, per analogia, ciascun membro di questa maggioranza, date le condizioni di minoranza politica in cui versa l'esecutivo da un anno a questa parte, dia luogo ad atti e a comportamenti volti a privilegiare il suo particolare vantaggio.

Se poi definiamo interesse dell'esecutivo e dei suoi membri il mantenimento della posizione di 'dominanza' (controllo del potere, conservazione di privilegi) rispetto all'attuale opposizione, e in barba all'interesse del Paese di avere una rappresentanza politica corrispondente alla volontà degli elettori, abbiamo davanti agli occhi un sillogismo facilmente declinabile.

Primo assunto: il conflitto di interessi consiste nell'agire per il proprio tornaconto, a danno degli altri;

Secondo assunto: il tornaconto della sinistra è distruggere il 'nemico Berlusconi', penalizzando così anche la maggioranza degli elettori;

Conclusione: la sinistra è in conflitto di interessi.

E cos'altro è stata la par condicio, se non una legge per ridurre il potenziale di fuoco della Casa delle Libertà sulle tv? Cos'altro è la forzatura sull'interpretazione delle norme sull'ineleggibilità, in cui D'Alema si è imprudentemente lanciato giorni fa'? Cos'altro è l'idea di abbinare le elezioni politiche con le amministrative sperando nella 'invisibile mano' del caos? E cos'altro è, infine, questa improvvisa accelerazione di un testo sul conflitto di interessi al Senato della Repubblica dopo mesi e mesi di oblìo?

Tutti questi atti sono, in buona sostanza, il vero conflitto di interessi di un centro-sinistra troppo abituato ad interpretare le regole a proprio favore, come nel caso delle dimissioni di Rutelli da sindaco di Roma, e a danno dell'avversario, come nella teoria dell'ineleggibilità dei titolari di concessioni legislative; troppo uso ad una certa pieghevolezza alle convenienze del momento per non lasciare a noi cittadini il dubbio che anche in occasione della scelta sulla data delle elezioni ci si potrà trovare di fronte ad un sospetto di interesse privato in atti d'ufficio.

Piaccia, dunque, al Capo dello Stato, nella sua squisita prudenza e nella sua riconosciuta sensibilità istituzionale, tener conto anche di questo secondo conflitto, per risolvere il quale non c'è legge che valga, se non quella non scritta dell'equilibrio e dell'onestà intellettuale e politica a cui questa sinistra, alla vigilia delle elezioni, farebbe bene, per una ragione di dignità, a non sottrarsi.

Simone Baldelli
Coordinatore nazionale

 


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